Ristrutturare casa è un’impresa abbastanza difficile. Ecco alcune semplici indicazioni per capire meglio come organizzare i lavori. Quando si decide di ristrutturare casa le considerazioni da fare sono tante: innanzitutto bisogna capire come valutare l’entità e quali lavori da fare in casa, cioè se la casa è solo da riordinare o interamente da ristrutturare. Opere come la tinteggiatura delle pareti o la sostituzione di pavimenti non prevedono la richiesta obbligatoria di permessi comunali o la presenza di un professionista come un architetto, un ingegnere o anche un geometra. Se i lavori invece sono più impegnativi allora è consigliabile rivolgersi ad un tecnico, soprattutto quando si ha intenzione di demolire e ricostruire delle pareti, anche perché in questo caso si dovranno organizzare tutte le fasi dei lavori, dalle demolizione alle finiture, dalla richiesta di preventivi al controllo dei costi e dei prezzi proposti dalle imprese edili. Quando si parla di lavori di ristrutturazione questi si differenziano in lavori di ristrutturazione completa o parziale.
Se la ristrutturazione casa è completa, la prima cosa da fare è capire della cifra economica di cui si dispone, poi si procederà con il rilievo degli spazi da ristrutturare e successivamente con la proposta di un progetto di massima dei lavori da svolgere. Definito il progetto, bisognerà poi predisporre la pratica da presentare al Comune, e se l’appartamento non presenta particolari vincoli architettonici si potranno subito intraprendere i lavori da fare in casa. Una volta definite le opere da farsi e i relativi materiali, si fa la scelta dell’impresa che essenzialmente si baserà su vari parametri come il prezzo, i tempi.
La ristrutturazione può essere anche parziale, stiamo parlando di lavori che non richiedono grandi opere, come l’imbiancatura delle pareti, la sostituzione di pavimenti e rivestimenti che possono essere piastrelle o pavimenti in legno, la ricollocazione di prese e interruttori di corrente, a condizione che queste ultime non vadano a modificare l’impianto elettrico o quello idrico-sanitario giù esistente.
Incentivi per la ristrutturazione e detrazioni fiscali
Quando s’intraprendono dei lavori di ristrutturazione al proprio appartamento vi è la possibilità di detrarre parte delle spese sostenute per alcuni di questi attraverso la dichiarazione dei redditi, ovviamente non tutti possono beneficiare di questi incentivi e per poterne usufruire, bisogna compilare e presentare dei particolari documenti. Per capire di quale tipo di detrazione stiamo parlando dobbiamo fare una distinzione in merito al tipo d’intervento di ristrutturazione eseguito, al periodo in cui questo è stato eseguito e all’importo dei lavori, in base a questo varierà il limite di spesa massimo ammesso.
Infatti con il decreto legge n. 63 del 6 giugno 2013, poi convertito in legge n. 90 del 4 agosto 2013, sono state introdotte una serie di agevolazioni fiscali a favore di contribuenti che abbiano in atto interventi edilizi. Tali agevolazioni sono state prorogate fino al 31 Dicembre 2017 con la legge di Stabilità 2016.
Secondo questa legge di Stabilità, le detrazioni fiscali per i lavori in casa si suddividono in questo modo:
- la detrazione fiscale del 55% per interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente è stata elevata al 65%.
- è stata introdotta un’ulteriore detrazione del 65% per interventi di messa in sicurezza compiuti su edifici siti in zone ad alto rischio sismico, realizzati dopo il 4 agosto 2013;
- è introdotto un bonus fiscale consistente in una ulteriore detrazione del 50% per un tetto massimo di spesa di 10.000 euro, per l’acquisto di mobili e elettrodomestici ad alta efficienza, ma solo per l’arredo di immobili oggetto di detrazione 50% per interventi di ristrutturazione.
A livello documentale l’esistenza di un edificio viene provata semplicemente con la richiesta di accatastamento, oppure attraverso la ricevuta di pagamento dell’ICI o dell’IMU.
Cosa c’è da sapere
Ristrutturare casa può essere una buona occasione per risparmiare sulla dichiarazione dei redditi. A conti fatti, in 10 anni, si può recuperare più della metà di quanto si è speso. L’importante è che le spese siano correttamente documentate con fattura e bonifico.
Documenti da conservare
In caso di controllo, occorre poter esibire le ricevute di pagamento di ICI e/o IMU se dovuta e la domanda di accatastamento (se l’immobile non è ancora censito). Inoltre, a seconda del tipo di detrazione richiesta, occorrono specifiche documentazioni.
Per gli immobili oggetto di ristrutturazione occorrono:
- abilitazioni amministrative dalle quali risulti la tipologia dei lavori effettuati e la data del loro inizio o, in assenza, autocertificazione che attesti la data di inizio e la detraibilità delle spese sostenute;
- fatture di spesa;
- bonifico bancario o postale (anche on line);
- altra documentazione per le spese non pagabili con bonifico bancario;
- dichiarazione dell’Amministratore condominiale che attesti di aver adempiuto a tutti gli obblighi di legge e che certifichi la somma corrisposta dal condomino e la detrazione spettante (In assenza di Amministratore è necessario possedere copia di tutta la documentazione);
- atto di cessione dell’immobile, se la detrazione viene mantenuta anche dopo la vendita;
- copia della comunicazione inviata al Centro Operativo di Pescara per i lavori iniziati prima del 1° gennaio 2011 e copia della ricevuta postale della raccomandata con cui è stata inviata.
Riqualificazioni energetiche
Lo scopo è uno: incentivare al massimo gli interventi per la riqualificazione energetica di abitazioni e edifici. Per questo motivo i lavori che possono essere detratti sono molti e le percentuali di detrazione sono elevate.
Quanto recuperi
- Detrazione del 65%: fino a fine 2017 per interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti. La spesa massima detraibile varia in base al tipo di intervento realizzato e la detrazione viene divisa in 10 quote annuali di pari importo.
- Detrazione del 70%: dal 2017 fino a fine 2021 per gli interventi condominiali che riguardano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio stesso. Limite di spesa massima di 40.000 euro per unità abitativa.
- Detrazione del 75%: se l’intervento è finalizzato a migliorare la prestazione energetica estiva e invernale del condominio, conseguendo almeno la qualità media di cui al DM(decreto ministeriale) del 26 giugno 2015. Limite di spesa massima di 40.000 euro per unità abitativa.
- Detrazione del 36%: dal 1 gennaio 2018 per gli interventi su singole unità abitative per una spesa massima di 48.000 euro.
- Detrazione del 36%: dal 1 gennaio 2022 per interventi su interi condomini per una spesa massima di 48.000 euro.
Quando ci si riferisce a interventi condominiali, il limite massimo di spesa detraibile di 40.000 euro si intende per unità immobiliare che compone il condominio: quindi, ad esempio, per un condominio di 4 appartamenti la spesa massima detraibile al 70% o al 75% è di 160.000 euro. Un professionista abilitato deve asseverare con un Ape il raggiungimento di questi obiettivi di risparmio.
Acquisto di mobili ed elettrodomestici
Devi arredare il salotto o hai bisogno di cambiare la lavastoviglie? Se hai ristrutturato casa da poco, puoi richiedere la detrazione del 50% sull’acquisto di mobili o elettrodomestici
Quanto recuperi
È una detrazione, quindi recuperi il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili o elettrodomestici destinati all’arredamento di una casa ristrutturata, entro un limite di spesa di 10.000 euro. La detrazione viene divisa in 10 quote annuali di pari importo.